La colazione di Proust al Salone Internazionale del libro di Torino
Ci sono dei libri che vanno
tenuti sul comodino. E non per far vedere agli amici che leggete Proust. In
pochi leggono Proust e nessuno,
di certo, insiste a leggerlo in maniera continuativa per anni come dimostra
anche la spessa polvere che si è depositata sopra la copertina della vostra
copia de La ricerca del tempo perduto. Cessate
di fingere e smettete anche di ingozzarvi di madeleine, Marcel ne usava solo
una e ne bastava un boccone intinto nel tè per scatenare i suoi ricordi.
Spolveratelo quindi e riponetelo nella libreria, ricordando l’insegnamento di Roberto
Roversi: i libri non sono corpi morti,
ma universi viventi. Vanno trattati con la dovuta attenzione non solo
mentre li si legge, ma anche mentre ci si prepara a farlo, predisponendo la
mente al pensiero e alla conoscenza della divinità del momento, ossia quella
che teniamo sul comodino perché venga letta e non usata come poggia bicchiere
d’acqua. Prima di scegliere il vostro prossimo Dio, pensateci bene e, per
allinearci al vostro Proust, ricercate. Non fermandovi soltanto alla pila dei
best seller, ma osando andare oltre. Perlustrate le librerie e visitate le
fiere del libro.
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