Le anime morte al Festival Chiasso Letteraria.
Se si parla di anime morte, si
parla di Čičikov. Chi era costui? Il protagonista del romanzo Le anime morte di Nikolaj Vasil'evič
Gogol', oggi più che mai d’attualità anche grazie alla rilettura presentata al Festival Chiasso Letteraria, che si
conclude proprio oggi (3 maggio) dopo una cinque giorni dedicata al tema del
cambiamento.
Il Festival si è interrogato sulla possibilità che hanno i singoli
individui, anche e soprattutto attraverso
la parola scritta e letta, di cambiare la realtà economica, sociale e
relazionale in cui vivono senza perdere la loro anima. Ma cosa intendiamo
per anima? Ciò che caratterizza nel
profondo un essere umano, quello strano miscuglio di valori, ideali, ambizioni
e sensazioni, che Douglas
Coupland immagina (nel suo romanzo Il
ladro di gomme) mettersi in fila a chiedere l’autostop in autostrada dopo
essere scappati da uomini che li avevano traditi.
Di anime tradite ha parlato Mikhail
Shishkin a Chiasso Letteraria, scrittore
russo residente da vent’anni in Svizzera, che ha paragonato, in un articolo
uscito su La Lettura lo scorso 26
aprile, i suoi compatrioti a un
popolo di Zombie nelle mani di sua “presidenzialità” Vladimir Putin e della
«banda di corrotti che ha preso in ostaggio il Paese». Ma Shishkin non
risparmia critiche neanche alle nuove anime morte che popolano la russia, se quelle
gogoliane erano create dalla mente truffaldina e inventiva del proprietario
terriero Čičikov, che spacciava braccianti morti per vivi per avere così assegnate
più terre, gli zombie a cui si riferisce
Shishkin sono vivi che si spacciano per
morti, pur di non vedere e denunciare ciò che accade sopra le loro teste,
seguendo «l’usanza nazionale di leccare gli stivali ai più forti».
Mikhail Shishkin |
E se Shishkin assume il ruolo di Cassandra,
prevedendo la fine di questo sistema di
potere corrotto, ricordando che se il grande impero russo è crollato in
pochi mesi nel 1917 e il colloso sovietico in soli tre giorni nel 1991, Putin
si potrebbe polverizzare in qualche ora, lo
scrittore teme al contempo gli effetti di quest’auspicabile caduta, che
nella “migliore” tradizione russa potrebbe dare vita ad anni di guerre
fratricide per colmare il possibile vuoto di potere o fare da incubatore a un
sistema di controllo ancora più invasivo dell’attuale.
Di fronte alle lucide preoccupazioni di Mikhail Shishkin, vengono alla mente le parole di un’altra
scrittrice impegnata ad analizzare e contrastare il sistema di corruzione
del suo Paese (Anabel
Hernandez, autrice de La terra
dei narcos), che parlando del sistema di corruzione messicano e della
difficoltà nell’estirparlo afferma che «il
cambiamento deve venire dalla società. È
la gente che deve esigere un governo che lavori nel suo interesse. Servirebbero
quindi più proteste, molte più manifestazioni di quelle che ci sono state
fino ad ora.» Forse di questo avrebbero bisogno anche le anime morte di cui si è parlato al Festival Chiasso Letteraria,
per essere anche zombie, ma a caccia di chi li tiene in ostaggio nel loro
stesso Paese.
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