Patriottismo, calcio e malattie mentali.
Il
24 giugno 2014 verrà ricordato, per un po’ e esclusivamente in Italia, come
la giornata nera in cui per la seconda volta consecutiva (2010 e 2014) gli
azzurri sono stati eliminati al primo turno dai mondiali di calcio. Ma non sarà
ricordata così da tutti. Ve lo devo dire: non tutti in Italia sono
appassionati di calcio!
Prendiamoci un rigo per respirare
e metabolizzare la botta.
E vi dirò di più, non tutti
sono disposti, nonostante non seguano mai il calcio, a guardare comunque
la partita dell’Italia. Orrore!
A questi pochi, per carità
pochissimi (perché davvero ce ne sono?), che durante la trasmissione delle
partite dal Brasile alla TV hanno deciso di uscire è accaduto qualcosa di
inaspettato.
No, non sono stati bloccati dalla
ronda indipendente dei controllori della calcio mania che li ha costretti a
vedere su un piccolissimo smart phone tutta la partita, hanno
scoperto invece cosa vuol dire poter passeggiare nella propria città avvolta
nel più folle e prolungato silenzio. E se qualcuno di quei pochissimi vive
in una grande città (si sa che questo tipo di “disturbati” predilige le città)
l’effetto è stato notevolmente amplificato. All’improvviso i viali alberati
sembravano larghi il doppio, i monumenti si sollevavano dal traffico assente
godendosi un tiepido venticello (non tutti, alcuni erano spariti per vedere la
partita) e gli sparuti passanti (per lo più turisti) si voltavano a destra e a
sinistra, realizzando quanto fosse perfetta la città senza tutto il rumore. Insomma
sembra che i turisti vengano nelle nostre città per i monumenti e i
paesaggi e non per entrare in contatto con il nevrotico rombare dei loro
abitanti. Altri folli.
Uno di questi “disturbati” ha
attraversato mezza città camminando per quasi due ore in un set cinematografico
chiuso per sciopero delle comparse. Ogni tanto dalle finestre si disperdevano
piccoli e grandi boati, la parola più ricorrente era: “NO!” (riunioni spontanee
dei sindacati delle comparse?). Alla fine della passeggiata, il nostro
soggetto, è persino andato in un museo di arte moderna, deserto, rischiando
il linciaggio perché stava chiedendo un biglietto a un gruppo di persone
accatastate davanti l’ipad dell’addetto alla biglietteria (sani di mente che
vedevano la partita). Il nostro disturbato si è messo ad ammirare alcuni quadri
di Balla. Soprattutto
uno lo ha attratto e si è dovuto fermare a fissarlo per un bel pezzo di
silenzio: I malati.
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